Il direttore del carcere che desiderava migliorare l'ambiente per il bene dei reclusi meditava e osservava dalla finestra del suo ufficio, prospiciente il cortile sottostante dove si trovavano i carcerati.
E mentre li osservava notò che avevano caratteri molto diversi, c'era lo spaccone, c'era il timido, il solitario che dal suo angolo osservava ogni movimento degli altri, c'era chi si faceva rispettare con maniere brusche e chi era rispettato perché aveva autorevolezza, così si fece convinto che i reclusi sono molto diversi fra loro e decise di aiutarli e si chiese:
Come posso discernere fra loro chi è disponibile ad aiutare gli altri? Uno che incoraggi i deboli, coloro che sono come pecore senza pastore?
Al Direttore che desiderava migliorare il modo dei carcerati gli venne in mente la frase che disse Gesù:
"Gesù (che fu disponibile e si offri per aiutare gli smarriti) vide una grande folla e provò compassione per quelle persone, perché erano come pecore senza pastore (deboli). E cominciò a insegnare loro molte cose." Marco 6:34
Pertanto, il Direttore del carcere, per realizzare il suo progetto, doveva trovare un insegnante capace disposto ad aiutare gli altri e in grado di far sentire quegli schiavi liberi.
Desiderava riscattarne qualcuno:
“…se qualcuno commette un peccato, abbiamo un soccorritore presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Lui è un sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.” 1Giovanni 2:2
Il direttore pensò che fra i reclusi ci potesse essere qualcuno condannato ingiustamente, che potesse pagare per altri reclusi, ma non lo trovò.
"nessuno di loro potrà mai redimere un fratello, né dare...un riscatto per lui" Salmo 49:7
Il direttore pensò ad uno esterno dal carcere, uno innocente e senza colpe che può riscattare i peccati altrui, e gli venne in mente che l’unico possibile era Gesù Cristo.
"il Figlio dell’uomo è venuto...per dare la sua vita come riscatto in cambio di molti”. Matteo 20:28
Così il direttore del carcere mise a disposizione dei reclusi delle Bibbie, affinché coloro che avessero voluto, potessero attingere il suo insegnamento dal Vangelo.
Ragioniamo ora su alcune sfumature di colpe considerate veniali minori: tipo la negligenza, scarsa ubbidienza, spirito di indifferenza, arroganza, spilorceria o tirchieria, freddezza, o pigrizia, chi ha una di queste caratteristiche, percepisce di essere osservato e giudicato e ritenuto una compagnia discutibile, ebbene queste colpe punite con sguardi di disapprovazioni e parole di dissenso, sono una punizione diretta, sgradita, ma utile se contenuta.
Esaminiamo alcune di queste colpe da vicino, per esempio, quando ti dicono:
- “sei pigro non fai abbastanza”
Un vero macigno per chi è sensibile, ti fa sentire in colpa anche se hai fatto il mondo intero. Questo succede, perché non esiste un limite al fare, non fai mai abbastanza.
- “fai del tuo meglio non essere negligente.”.
È una condanna indiretta, ti fa sentire in colpa per ciò che fai, questa affermazione classifica il tuo operato come scarso, difettoso. Ma ricordiamoci che Gesù era consapevole dei limiti dei suoi discepoli:
"Egli disse loro: “Venite in privato, voi, in un luogo solitario, e riposatevi un po’…’ Marco 6-31
Gesù mostrò empatia, comprese i bisogni dei suoi discepoli.
- renditi utile - sei un finto malato
Come dire se vuoi essere dei nostri datti da fare.
La morale per queste colpe considerate minori, è che esiste già un senso di colpa ancestrale inevitabile, ereditato da Adamo, che già basta, pertanto non facciamoli soffrire ulteriormente, costruendogli addosso un’etichetta sgradevole.
Lo fecero i Farisei che colpevolizzarono di lavorare di sabato i discepoli di Gesù, che per fame, raccoglievano le spighe di grano e ne mangiavano i chicchi, a questi Gesù disse:
E aggiunse: “Il Sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il Sabato.” Marco 2:27
“In un’occasione Gesù attraversò di sabato dei campi di grano. I suoi discepoli ebbero fame e si misero a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo questo, i farisei gli dissero: “Guarda! I tuoi discepoli fanno ciò che non è lecito fare di Sabato”… “Lui disse loro…se aveste capito cosa significa questo: ‘Voglio misericordia, non sacrificio’, non avreste condannato gli innocenti”.
Per i farisei i discepoli peccavano di violare la legge del sabato, per Gesù era un atto di misericordia permettere di mangiare chicchi di grano per fame.
Pertanto, la morale è, usiamo con cautela le seguenti parole attribuendogli delle colpe:
'sei pigro' , 'fai di più ', 'datti da fare ', 'fai tutto il possibile ', ‘sei pettegolo.’
Queste sono parole utili per spronare, ma se ripetute sovente diventano parole che deprimono chi è sensibile e lo fanno sentire sempre in colpa e abbattuto, non più in grado di pensare e riflettere serenamente.
Anche se la pietra della colpa è piccola, è sempre faticoso trascinarsela dietro, ci riduce a carcerati con la palla al piede, si vive meglio liberi da colpe.
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